Mia martini

Il mio oriente

Mia martini
Una vecchia calza
e sotto un fuoco di gatta
resto sveglia la befana cosa
aspetta?
Una bambola nuova
mio padre che ci prova dorm
L 'orto per lavarsi
il fiato nelle mani per asciugarsi
e l'odore di minestra
e i ghiaccioli appesi fuori alla
finestra.
C'era la piazza
ed era piena di uomini
di canti di chiesa del "Corpus
Domini"
di pipe di vecchi nati sulle panche
di sguardi ad occhi bassi
di donne stanche
mentre il sole accendeva
le camicie di festa...
e noi che stavamo...
chiusi, chiusi
e com'era bello stare
i già?
ad occhi chiusi
freschi di biciclette e panni stesi
ad asciugare al sole chiusi, chiusi
e ci sentivamo vivi, vivi
remando sopra tetti di mattini
pieni di giorni immensi
e giorni come vuoti di cortili
tu che mi stringevi il cuore
ed eravamo vivi
E d'estate nei campi si sentiva
cantare
e antichi tamtam venivano dal
mare
ed io bambina davo il seno alla
mia bambola di stracci
nelle braccia già di un treno
che lasciava dietro un cielo da
dimenticare
mia nonna che mi dava il cuore
delle rondini
"un giorno dovrai andare".
Nuda di lacrime lasciavo il mio
oriente
senza parole nuda per la mia gente
ciotole d'ambra sotto lune d'avorio
lune di palme sulla terra di ionio
terra dove il cielo ha seminato
stelle
miele di Grecia nella mia pelle
Chiusi, chiusi
e com'era bello andare ad occhi
chiusi
a quale civiltà ci siamo arresi
chiusi, chiusi
e ci sentivamo
vivi, vivi
dov'era il mondo quando tu non
c'eri?
Vivi in mezzo a milioni di persone
aperti non so dove
azzurri come un sabato
se è vero che ci vuole.
(Na nininè
ti do la craunè
Na nininè
ti do la craunè
Na nininè
ti do la craunè
na ninina ninina.)
Signore mio fa
scurì le stelle
questa è la notte
di rubbà le donne
Chiusi, chiusi
e ci sentivamo
vivi, vivi
remando sopra tetti di mattini
pieni di giorni immensi e odor
di legna e di camini
belli come Dio, amore mio
noi eravamo vivi…'
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