Argine

Come un servo da mantice

Argine
In questo gelido letto ritorna il ricordo:
un' immagine ferma violata dal buio.
L'ossessione del tempo mi preme nel cuore,
l'agonia tra uno spasmo ed un respiro profondo.
Quando l'ira mi acceca, si offusca la mente,
masturbarsi adesso tra un sorriso ed il pianto,
il coraggio di dire:
"...chi davvero mi ama?..."

Perché io starò solo con la morte sul volto.
E come un servo mi inchino ai tuoi occhi di marmo,
ho la voce tremante, non riesco più ad urlare.
Questo giglio ormai finto sembra sempre più bianco,
questi spazi infiniti così piccoli e sobri.
Ma voi dove siete ed io dove sono?

L' immenso silenzio mi stimola l'odio.
Sotto coltri di vestiti un'anima nuda si rovescia
per strada tra un riflesso ed un abbaglio.
Il tuo mondo è una luce, il mio mondo è uno spettro
sempre più nero, che esiste e non ride.
Amare parole solcano i fogli.
Non voglio rivivere questo lurido sogno.

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